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La tecnica di corsa può far male?

Aggiornamento: 4 apr 2020


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Come sottolineato da diversi studi, gli individui corrono automaticamente e naturalmente nel modo più efficiente per il proprio corpo in quel momento, tuttavia questo non significa che quello sia il modo migliore per correre in assoluto.

Se un soggetto, ad esempio, passa molte ore seduto e ha glutei lunghi e deboli, non potrà sviluppare un’azione di trazione efficace partendo dall’anca e tenderà ad avere una corsa con un pattern ginocchio dominante, spesso associato ad uno scarso ammortizzamento e ad un'eccessiva spinta: questo è quello che il suo corpo può fare al meglio nelle attuali condizioni. Tuttavia se lo stesso soggetto riconosce questo suo deficit e si allena in modo corretto per ottimizzare la performance dei suoi glutei, potrà automaticamente migliorare la propria postura e la propria azione di corsa.

Purtroppo molti atleti sono continuamente alla ricerca dell’esercizio magico o della scarpa ideale che li farà andare più forte o risolverà quell'infortunio che li perseguita; la verità è che il corpo necessita di tempo per creare adattamenti specifici e questi non si realizzano se non gli si forniscono stimoli corretti tramite esercizi e accorgimenti ripetuti.

Per correre con un appoggio più d’avampiede occorre preparare i tendini del polpaccio e del piede a essere più elastici e ottimizzare l’equilibrio, non basta acquistare la scarpa minimalista all’ultimo grido.

Riguardo potenziamento e tecnica di corsa, infine, è importante sottolineare un altro concetto che passa spesso inosservato: così com’è possibile migliorare tramite il potenziamento e la tecnica, è anche vero il contrario: è possibile peggiorare la meccanica di un atleta o farlo incorrere in infortuni, se gli si prescrivono allenamenti o esercitazioni scorrette.

Se un corridore, ad esempio, ha un eccessivo tilt del bacino in avanti con conseguente iperlordosi, rinforzare i suoi flessori dell’anca con skip o esercizi specifici non può far altro che peggiorare il suo allineamento e predisporlo a sviluppare mal di schiena.

Sicuramente, fare esercizi senza uno scopo preciso o senza conoscerne la corretta esecuzione rappresenta più un rischio che un possibile guadagno.

Ogni atleta ha caratteristiche peculiari come postura, forza, sensibilità, propriocezione, proporzioni corporee e, non da ultimo, età. Tutti questi fattori devono essere tenuti in conto per confezionare un programma di transizione adeguato verso una corsa più efficiente ed economica, il cui scopo primario sia migliorare le sensazioni dell’atleta e prevenire gli infortuni, che molto spesso sono l’ostacolo primario al miglioramento a qualsiasi livello.


Riproduzione concessa con citazione della fonte e dell'autore - www.efficientrunning.it

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